Il glaucoma è una malattia che colpisce il nervo ottico, causando danni permanenti alla vista.
Nella maggior parte dei casi è dovuto a un aumento della pressione interna dell’occhio, che causa problemi permanenti alla vista.
I danni rilevabili sono:
- riduzione del campo visivo (la quantità di spazio che l’occhio riesce a inquadrare);
- alterazioni della papilla ottica (è l’origine del nervo ottico, visibile osservando il “fondo oculare”).
Dunque, l’oculista diagnostica un glaucoma quando registra i seguenti tre elementi:
- aumento della pressione oculare;
- deficit del campo visivo;
- alterazioni della papilla
FOTO: fundus oculare. in giallo evidenziata la papilla ottica di un soggetto sano
Il glaucoma è una malattia degli occhi molto frequente. Si calcola che nel mondo vi siano circa 55 milioni di persone affette dalla patologia.
In Italia risultano colpite circa mezzo milione di persone e in genere hanno più di 50 anni.
Il glaucoma è una delle cause più frequenti di cecità e ipovisione sia nei Paesi avanzati che in quelli in via di sviluppo.
Il glaucoma è una malattia che, se diagnosticata in tempo utile, può essere curata e controllata.
Il glaucoma si può prevenire?
Il glaucoma è una malattia che rientra tra le forme che traggono massimo vantaggio dalla prevenzione (secondaria).
Prevenzione secondaria significa diagnosi precoce: individuare, cioè, la malattia quando ancora non dà sintomi particolari; il paziente ne è affetto, ma non sa di esserlo.
Ogni glaucomatoso che diventa cieco è un insuccesso: la cecità può essere evitata attraverso la prevenzione
Che cosa è necessario fare?
Una semplice visita oculistica è sufficiente a diagnosticare un glaucoma in fase iniziale o ancora non grave. È necessario, pertanto, sottoporsi con regolarità a controlli oculistici.
Esame della papilla ottica mediante lampada a fessura
Studio della papilla ottica mediante OCT. Questo esame permette di fare una diagnosi di glaucoma in fase precoce
Quali sono i fattori di rischio per il glaucoma?
I tre principali fattori di rischio sono:
tono oculare oltre i limiti normali (superiore a 21 mmHg);
l’età: il glaucoma, pur non essendo una malattia esclusiva dell’anziano, aumenta progressivamente con l’avanzare dell’età. È buona norma che qualsiasi soggetto con più di 40 anni si sottoponga a una visita oculistica. Un momento ideale è rappresentato dall’insorgenza della presbiopia. Più che consultare un ottico, sarebbe importante approfittarne per una visita oftalmologica completa.
precedenti familiari: tutti coloro che hanno avuto un familiare affetto da glaucoma devono sottoporsi a frequenti controlli, in quanto il glaucoma presenta forti caratteri di ereditarietà.
Il glaucoma come si cura?
Una volta diagnosticato il glaucoma, il paziente deve curarsi per tutta la vita, sottoponendosi a frequenti controlli.
Esistono varie terapie:
terapia medica: quasi sempre topica, consistente nell’instillazione di uno o più colliri, in modo regolare e senza sospensioni;
terapia laser: eseguita a livello del trabecolato (la spugna responsabile al riassorbimento dell’umore acqueo) ci sono vari tipi di laser: ALT, SLT, MLT tutti egualmente efficaci.
terapia chirurgica: viene eseguita quando la terapia medica non è sufficiente ad arrestare la progressione del danno visivo campimetrico. L’intervento ancora più eseguito nel mondo è rappresentato dalla trabeculectomia. Negli ultimi anni si sono disponibili dei microcateteri (MIGS) che favoriscono il deflusso dell’umore acqueo.
Tutti i trattamenti presentano sia vantaggi che inconvenienti. E’ compito dell’oculista quindi, stabilire caso per caso la terapia da eseguire, dopo averne discusso con il paziente.
Fonte: Opuscoli del Ministero della Salute