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Orbitopatia tiroidea

Per Oftalmopatia o orbitopatia di Graves (GO) o TED (Thyroid eye disease) si intende un insieme di problematiche di tipo autoimmunitario che causano infiammazione dell’orbita e si sviluppano quando vi è un problema alla tiroide (ipertiroidismo, in genere).

Qual è la causa

Alla base c’è un processo autoimmunitario: ovvero l’organismo, ad un certo punto, riconosce come “diverse” alcune componenti del nostro corpo provocando contro queste una reazione da parte degli anticorpi (cioè il sistema immunitario che controlla ed elimina tutto ciò che viene riconosciuto come estraneo).

Recentemente sono stati identificati gli anticorpi che reagiscono contro componenti endorbitarie (l’orbita e le parti che la compongono). Questo fa si che i muscoli dell’occhio si ingrossino, così come il tessuto grasso contenuto all’interno dell’orbita.

Fattori di rischio.

  • Familiarità. è presente una familiarità nel 61% dei pazienti.
  • Sesso: prevalenza molto maggiore nel sesso femminile rispetto al maschile
  • Età: Sia negli uomini che nelle donne ci sono due picchi di incidenza a 40 e 60 anni.
  • fumo: i fumatori con l’ipertiroidismo hanno un rischio 7-8 volte maggiore di sviluppare TED rispetto ai non fumatori. Inoltre alcune evidenze suggeriscono che il fumo di sigaretta ritardi e peggiori i risultati del trattamento terapeutico della TED
  • Stress, bassi livelli di Selenio.

Segni e sintomi clinici legati alla TED

  • Edema palpebrale: gonfiore delle palpebre;
  • congiuntivite;
  • fotofobia: sensibilità alla luce;
  • chemosi: gonfiore della congiuntiva;
  • lagoftalmo: incompleta chiusura dell’occhio;
  • ghiandola lacrimale gonfia;
  • oftalmoplegia: muscoli oculari che non si muovono in maniera coordinata;
  • diplopia: visione doppia;
  • malattie della cornea: come cheratiti ed ulcere;
  • retrazione palpebrale: le palpebre retrocedono dalla loro posizione originale;
  • calo della vista; il sintomo più grave in assoluto conseguente ad un danno compressivo di uno od entrambi i nervi ottici
  • esoftalmo: l’esoftalmo è la protrusione dei bulbi oculari, vale a dire “gli occhi in fuori”. Questa malattia può colpire uno o entrambi gli occhi e può essere più o meno grave.

Presentazione clinica

la funzione della tiroide di un paziente con TED è assolutamente variabile: nel 90% ipertiroidismo (funzione tiroidea aumentata), 3% tiroidite di Hashimoto, 6% eutiroidismo (funzione tiroidea normale), 1% ipotirodismo (funzione tiroidea ridotta). I pazienti sviluppano una TED associata a una disfunzione della tiroide solo nel 20% dei casi mentre nel 60% si manifesta entro un anno dall’insorgenza della malattia tiroidea.

La TED si presenta in due stadi: attivo e quiescente.

Nella fase attiva c’è una infiammazione attiva con una infiammazione della congiuntiva, dolore oculare, edema delle palpebre e dei tessuti periorbitari e un allargamento dei muscoli orbitari. Questo stadio può durare da mesi ad un anno nei non fumatori (nei fumatori anceh 2-3 anni)

La fase quiescente consiste nella risoluzione della fase attiva con scomparsa della infiammazione. La fase attiva ha una ricorrenza del 5-10% ma è meno probabile che ricorra dopo 18 mesi di quiescenza.

Andamento

L’Orbitopatia di Graves generalmente si sviluppa lentamente e nel tempo può avere alti e bassi. Esistono però anche casi che si aggravano molto velocemente. Parliamo, in questi casi, di “esoftalmo maligno”.

L’andamento della orbitopatia di Graves non coincide sempre con l’andamento dell’attività tiroidea o il trattamento della disfunzione tiroidea sottostante.

DIAGNOSI DELL’ORBITOPATIA DI GRAVES

Se lei non ha mai sofferto di problemi tiroidei, quando si presentano i sintomi tipici dell’Orbitopatia di Graves, deve rivolgersi ad un Centro di Endocrinologia o di Chirurgia Maxillo-Facciale. Questo per valutare come funziona la tiroide ed, eventualmente, iniziare la terapia indicata.

L’oculista, invece, esegue un controllo della vista, della motilità dei muscoli oculari e della eventuale presenza di esoftalmo con possibili danni alla cornea da esposizione.

Una volta stabilito che lei ha l’Orbitopatia endocrina (con una diagnosi dell’endocrinologo già fatta) deve fare degli esami per uno studio approfondito dell’orbita e del suo contenuto:

TAC per meglio evidenziare i muscoli e gli eventuali cambiamenti della cavità orbitaria;

Risonanza Magnetica, grazie alla quale sarà possibile studiare attentamente il nervo ottico e il suo aspetto a livello dell’apice orbitario e il tessuto grasso.

PEV (Potenziali Evocati Visivi), un esame specialistico fatto dal neurofisiologo per studiare i nervi ottici.

Questi esami sono utili per una valutazione prima e dopo il trattamento.

TRATTAMENTO DELL’ORBITOPATIA DI GRAVES

La prima fase di trattamento dei pazienti affetti da Malattia di Graves é far tornare normale il funzionamento della tiroide. Poiché la maggior parte dei pazienti presenta ipertiroidismo, il trattamento può essere, a seconda del livello di ipertiroidismo, di tipo farmacologico, radioterapico o chirurgico: tiroidectomia (rimozione di parte o tutta la tiroide).

Il trattamento dell’Orbitopatia di Graves prevede diverse fasi:

  1. Le vengono dati farmaci a base di cortisone, che servono a stabilizzare e, in alcuni casi, diminuire i valori dell’esoftalmo (occhi in fuori).
  2. Solo quando questi valori sono stabili da alcuni mesi possono essere prese in considerazione le tecniche di decompressione orbitaria (ridurre la pressione nell’orbita).
  3. Una terza fase, chirurgica.

Attualmente le tecniche chirurgiche più utilizzate di decompressione orbitaria sono due:

  1. tecnica di decompressione ossea: è un intervento chirurgico in anestesia generale che serve per aumentare le dimensioni dell’orbita ossea con allargamento delle pareti orbitarie;
  2. tecnica di decompressione mediante lipectomia: è un intervento chirurgico in anestesia generale che serve per togliere tessuto grasso all’interno dell’orbita al fine di creare più spazio e, dunque, diminuire la pressione. Questa tecnica è detta “lipectomia secondo Olivari”, dal nome del chirurgo tedesco che per primo l’ha utilizzata all’inizio degli anni ‘80;

le due tecniche possono essere combinate nei casi di esoftalmo con valori elevati.

Alle tecniche chirurgiche descritte possono essere associate procedure aggiuntive. Queste possono servire per correggere le palpebre (esempio: allungamento della palpebra superiore e/o inferiore)

DOPO L’INTERVENTO CHIRURGICO

Dopo l’intervento chirurgico lei potrebbe vedere doppio (diplopia) perché le strutture orbitarie si devono adeguare al nuovo spazio creato chirurgicamente. Trascorso un periodo di alcuni mesi dall’intervento, se lei continuerà a vedere doppio, si prenderà in considerazione l’utilizzo di lenti con prismi o la possibilità di ricorrere ad un’operazione ai muscoli con le tecniche usate di solito nella correzione dello strabismo.

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